“ Ophel “, acrylic on canvas, 300×200 2021

L’artista, nata nella Confederazione Elvetica ma che vive e lavora a Milano, continua la sua personale ricerca pittorica da sempre imperniata sull’indagine delle forze che legano umanità e natura.
Nel racconto delle scritture, l’Eden era un luogo dalla vegetazione magnifica e rigogliosa, in cui spiccavano due piante in particolare: l’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita, i cui frutti erano preclusi all’uomo per volere divino. La disobbedienza a questo unico divieto significò la caduta dell’umanità e la punizione a una vita di sofferenze e fatiche improbe.

Sebbene la vicenda biblica sia il punto di partenza per i lavori di Perazzoli, nel suo Eden ogni giudizio e gerarchia si perdono a favore di un rapporto rizomatico tra le forze. Gli alberi non portano frutti proibiti ma sono palme sottili e svettanti, i cui rami si offrono accoglienti alla presenza umana e la proteggono. Come quello teologico, è un paradiso, un giardino delle delizie e
della conoscenza, ma dove la religione lascia il passo a una spiritualità personale e al raccoglimento interiore. Come l’artista stessa spiega: “I paesaggi spesso rappresentano una via di fuga, un luogo ideale per lo spirito, il corpo, e il dialogo con se stessi attraverso la Natura.” Uno spazio intimo, in cui fermarsi per percepire la propria entità nel mondo e liberare la mente nella meditazione fino a perdere contatto con la realtà fisica.

Profilo Artista

Federica Perazzoli è un’artista contemporarnea svizzera, nata nel 1966. Lavora utilizzando texture e tessuti per creare installazioni ambientali in grado di trasformare lo spazio domestico stesso in un’opera d’arte. Sperimenta anche con la pittura su larga scala, creata appositamente per fornire una continuità tra diversi linguaggi e narrazioni, ponendosi alla base del rapporto arte / vita.